Chi mi conosce lo sa! Pur non essendo più vegetariana, cerco di limitare meglio che posso il consumo di tutto ciò che abbia… una faccia. Retaggio del mio non aver mangiato carne per tanto tempo infatti (scelta interrotta dall’arrivo della mia prima gravidanza) è rimasto il fatto di consumare pochissime porzioni a settimana di tale alimento e di prediligere solo pezzi provenienti da un allevamento. Questo perché credo che a parte il mero sostentamento fisico, non ci sia bisogno di approfittare dell’habitat che ci circonda solo al fine di soddisfare uno sfizio goloso (andando ad alterare anche gli equilibri ambientali). Sappiamo tutti che il pesce spada è buonissimo e che il cinghiale e l’agnello hanno un sapore migliore, ma forse essi non sono poi tanto necessari al “rifornimento proteico”. Il mio consiglio dunque è quello di evitare, per queste feste più che mai (poiché si sa che il consumismo in questo periodo arriva alle stelle) pesci e carni in via d’estinzione!

Detto ciò, possiamo passare ad alcuni consigli pratici per scegliere prodotti freschi e realmente appetitosi. A tal proposito, una premessa è d’obbligo! Nonostante il pesce del Mediterraneo rappresenti spesso e volentieri la scelta migliore da portare sulle nostre tavole, non c’è assolutamente motivo di pensare che quello da importazione sia qualitativamente meno pregiato.
Oltre alla provenienza, non è neanche il caso di diffidare del fatto che il pesce che state per acquistare non sia stato pescato, ma allevato. Negli ultimi anni infatti i controlli sono sempre più approfonditi, le aziende devono sostenere importanti controlli igienico sanitari e l’alimentazione con cui i pesci vengono cresciuti è equilibrata e priva di ormoni e antibiotici.
L’etichetta, in ogni modo, è il primo biglietto da visita di tutti i prodotti ittici che trovate sul banco del pescivendolo. Non acquistateli, se non ne sono provvisti.

Riconoscere poi un pesce fresco da un’autentica fregatura, è importantissimo al fine di mettere nel piatto vostro o delle persone a voi care (ricordiamo che il pesce è un elemento assolutamente basilare anche nello svezzamento dei bambini molto piccoli) qualcosa di realmente buono. Un occhio brillante e convesso, per cominciare, è il primo segnale della genuinità e della bontà del pesce. La pelle e le squame devono essere molto lucide e tese, allo stesso modo delle branchie che devono risultare decisamente serrate. Il ventre non deve essere molle, ma al contrario è importante che sia pieno e sodo. L’odore non deve presentarsi sgradevole e soprattutto non deve contenere profumi che non siano quelli tipici degli ambienti marittimi (occhio all’odore di ammoniaca). Diffidate infine dei pesci venduti senza testa e senza coda. Queste, infatti, sono le prime parti del corpo ad “appassire” e potrebbero essere state amputate strategicamente al fine di vendere un prodotto non freschissimo.

(fonti: numero dicembre Donna&Mamma)