Archive for gennaio 2012

Il primo Carnevale

Non chiedetemi esattamente quando, ma so per certo che tra pochi giorni sarà Carnevale. Il primo Carnevale della mia piccola Amaranta.
Come avrete capito non mi sono informata sulla data di inizio, ma il calendario mi ha suggerito che questo periodo caotico, leggero, superficiale e proprio per questo bellissimo ed affascinante, terminerà il 21 Febbraio.

Quando ero bambina attendevo il Carnevale con ansia e trepidazione, forse più dell’estate e della Pasquetta. In questi ultimi tempi, invece, non l’ho apprezzato quasi per nulla, almeno non come meritava. E credo (lo sento già) che il fatto che a giorni lo vivrò per la prima volta con la mia bambina mi aiuterà a riavvicinarmi a un periodo, che più di tutti è un concetto, magico. Il caos che scalza l’ordine sovrano, l’ordine che alla fine ritrova se stesso e il suo potere. La rigidità della vita che smette di prendersi sul serio. La voglia di provare anche il piacere di cadere, di inebriarsi, di essere irrazionali e sciocchi.
Ecco questo è il Carnevale. Il Carnevale dei bimbi e degli adulti, anche di qualche scemo che trova sempre il modo per fare scemenze.

Da qualche giorno sto cercando il vestito adatto per la mia Papera. Voi avete già provveduto? E mi raccomando… Non dimenticate di cucinare frappe e castagnole. E di comprare coriandoli e fare baldoria.
La vita vi sorride solo se la guardate sorridendo!

Cuore di mamma: i bambini e le scottature

Non c’è niente di peggio del veder soffrire un figlio. Ve lo posso assicurare.
Chi di voi ci è già passato starà sicuramente pensando che io abbia fatto la scoperta dell’America. E lo comprendo. Allora dico a quelli che come me non avevano mai sperimentato una situazione del genere che il cuore di mamma è fatto per sopportare tutto, ma non le urla strazianti del suo bambino.

Fino a oggi, infatti, Amaranta non aveva mai avuto disturbi o malesseri che l’avessero costretta a gridare per il dolore. Qualche piccolo e sporadico episodio di colichetta, sì, qualche piccola scivolata nel tentativo di imparare a camminare, qualche lacrimuccia dettata dalla fame… Ma niente di più.
Da quando è nata, infatti, il nostro percorso è stato tutto in discesa e se pur qualche volta ho dovuto consolarla perché qualcosa l’ha fatta piangere a dirotto, è stato sempre per motivi sottoscrivibili all’ambito della normale quotidianità.

Quanto è successo ieri sera, invece, è stata cosa ben diversa. Premetto che con i bambini ci vogliono sette occhi almeno, specialmente nel periodo in cui cominciano a camminare. E nonostante tu sia sempre lì super attenta a qualunque loro movimento, vuoi per un secondo di distrazione, vuoi per la continua imprevedibilità di questi esserini così piccoli, il pericolo è sempre in agguato. Ieri sera, infatti, la piccola stava camminando insieme alla nonna. E’ stato un secondo.
Passando vicino al termocamino ha allungato una manina per afferrare un giocattolo (che era da tutt’altra parte) e, mettendo in pratica una sorta di finta e variando improvvisamente direzione del braccino, si è allungata a toccare il vetro infuocato. Ovviamente l’abbiamo ritratta immediatamente, ma il peggio era già arrivato. E il contatto avvenuto. Non sappiamo se la scottatura l’abbia più addolorata o spaventata, fatto sta che ha pianto ininterrottamente per 4 ore, attingendo anche alle riserve di energia più impossibili. Coccole, bacini, parole rassicuranti… Nulla è servito a calmarla. Neanche il suo amatissimo lattuccio caldo. Naturalmente, abbiamo chiamato subito il pediatra che, come è normale in questi casi, ci ha detto che l’unica cosa che potevamo fare era immergere la manina della bimba sotto un flusso abbondante di acqua fredda. Nulla è servito. Le urla peggioravano. Io, che sono calma per natura e difficilmente vado in panico, ho resistito per tre ore, poi, straziata, ho ceduto alla sofferenza. Per fortuna, a quel punto, la bambina si è addormentata :

)

Perché sono così magra!

Mi chiedono spesso come mai io sia così precisa e rigida in quello che è il mio stile alimentare. In continuazione, le persone si stupiscono della mia capacità quasi totale di portare avanti con coerenza e senza sgarri una maniera di nutrirmi che per i più è impossibile.Beh, rispondo io, che non reputo assolutamente la mia alimentazione un sacrificio così grande, “amarsi è anche questo”.

Al contrario di chi non riesce a capire come mai io riesca ad essere così magra, infatti, io non riesco assolutamente a comprendere e a giustificare chi dice di piacersi anche grassottello, e nega e ripudia qualunque approccio a una dieta più sana ed equilibrata. Ecco io credo che chi si attacca strenuamente ai chili di troppo è in realtà una persona fragile e poco coraggiosa nel prendere di petto la propria vita. Volete mettere il piacere di piacersi, la possibilità di indossare qualunque capo di abbigliamento, la bellezza che il tuo corpo spigiona? No, questo non è un post cinico scritto da una magra che critica senza sapere quali sono le difficoltà di chi purtroppo magro non è. Questo è il post di un ex ragazza abbastanza robusta che con pazienza e determinazione ha conosciuto e abbracciato la differenza. In fin dei conti la mia alimentazione non è assolutamente restrittiva. Colazione abbondante, cinque pasti giornalieri, pasta e pane non mancano mai, così come le proteine, la frutta e le verdure. Pochi grassi, pochi fritti e dolci con moderazione. Vi sembra la vita di una che soffre? A me no! Quella appena descritta è semplicemente la giornata di una persona che ha capito come combinare i cibi, che ha imparato a non cedere alle tentazioni stupide ed inutile, che ha saputo vedere il cibo come un mezzo di sostentamento e non come il motivo per cui vivere. Questo è il post di una persona che non ha più rapporti conflittuali col mangiare, che pur senza rinunciare a niente non ha da pentirsi di uno sgarro o di un’esagerazione. Il trucco sta nelle quantità da moderare (per i cibi più grassi) e in quelle da aumentare (per i cibi più sani), nel non chiedere nulla quando non se ne ha bisogno, nello smettere di attendere la cena come un appuntamento col destino.

Penso che chi non è in grado di non cedere a una cosa piccola, come a una fetta di torta farcita, non può affrontare con successo le difficoltà della vita veramente degne di chiamarsi tali!
Quando si è innamorati si dimagrisce senza neanche rendersene conto. E’ noto a tutti.
Beh, vi posso garantire… La stessa cosa succede quando si è innamorati di se stessi 🙂

I primi passi!

Yes, I know! E’ trascorso un bel po’ di tempo dal mio ultimo post, ma il lavoro mi sta totalmente assorbendo, e quando già per campare devi scrivere decine di articoli a settimana, tutto ciò che non fai appena hai due minuti liberi è riaccendere il pc!
Oltre a ciò, la piccola sta crescendo alla grande (10 mesi, yuppiiiiiiiii) e lo sta facendo al suo solito con fortissima velocità. Da neonata si è ormai trasformata in baby kid!!! Vuole scoprire tutto il mondo che la circonda, si guarda intorno con avidità immane, non sta ferma un attimo e soprattutto… chiede fortemente di imparare a camminare!

Da un mesetto abbondante, complice il fatto che come i suoi genitori non è mai riuscita a gattonare, tende a lanciarsi sulle gambine. Si mette in piedi (con un mio minimo aiuto se non ha un sostegno su cui far leva),  mi afferra le mani con le piccole dita pagnottose e mi trascina senza sosta, tutto il giorno, in giro per casa (posso fare a meno di lavare i pavimenti, per intenderci! Ci pensa lei con le sue pantofoline morbidosissime).

Proprio a causa dei continui giri e rigiri che hanno trasformato la mia dolce dimora nel caotico circuito di Monza, ho pensato di prendere informazioni su quello che è il primo passo (letteralmente) dei bambini verso il mondo a due zampe!

Il momento in cui il cucciolo comincia infatti a camminare è un momento importantissimo e da non sottovalutare assolutamente.
Che avvenga, come succede a tanti piccoli, in punta di piedi, a gambe larghe o a piante ben saldate a terra, infatti, è bene sapere che i primi movimenti saranno maldestri per parecchi mesi. Non vi preoccupate se il bimbo camminerà in maniera scoordinata. Solo dopo gli 8 mesi, se vostro figlio non avrà ancora imparato a mettere tutta la pianta a terra quando è a riposo, o non avrà ancora sviluppato una determinata armonia, sarà il caso di consultare l’ortopedico.

Importantissimo, invece, per i genitori, è assumere da subito un certo impegno volto a prevenire problemi o difetti ai piedini. Consultate quanto prima il pediatra per conoscere quale è il modello di scarpina maggiormente adatto (quelli che usavate per le passeggiate in carrozzina, infatti, non sono più idonei). Al riguardo, copio e incollo delle informazioni molto precise sull’argomento (fonte: Pubblibaby)!

Se inciampa spesso il pediatra può raccomandare scarpe un po’ più dritte, le cosiddette “ambidestre”, che facilitano la rotazione esterna delle estremità.

Se ha il calcagno valgo (orientato all’infuori) e un abbassamento importante dell’arcata del piede, lo specialista può prescrivere un plantare, vale a dire un sostegno da mettere all’interno della scarpa, che supporti e aiuti a dare al piede una forma corretta. “Tuttavia, è opportuno sottolineare che il plantare non cura il piede piatto”, precisa lo specialista Portinaro. “Permette piuttosto uno sviluppo fisiologico delle ossa e delle articolazioni ancora malleabili”.

Infine, non va trascurata la salute della pelle. I piedini dei piccoli vanno nutriti con una crema a base di sostanze emollienti, non addizionata da alcol, da applicare dopo il bagnetto. Senza dimenticare le unghie, che vanno tagliate trasversalmente e senza arrotondare gli angoli. Una ferita, anche piccola, nelle dita dei bambini può infatti provocare un’infezione.

2011 in review

The WordPress.com stats helper monkeys prepared a 2011 annual report for this blog.

Here’s an excerpt:

A New York City subway train holds 1,200 people. This blog was viewed about 7.100 times in 2011. If it were a NYC subway train, it would take about 6 trips to carry that many people.

Click here to see the complete report.