Archive for 21 giugno 2012

Rimedi e prodotti naturali per l’arrossamento da pannolino

In un precedente post, vi avevo parlato di quanto mi fossi trovata bene con l’eosina, la tintura rossa per l’irritazione da pannolino reperibile in tutte le farmacie senza ricetta medica. Poche applicazioni, infatti, bastano a risanare il sederino dei nostri piccini e a conferire loro grande sollievo.
Da qualche giorno, però, alla mia Amaranta stanno spuntando i molari e gli effetti collaterali non si stanno facendo di certo attendere. Frequenti scariche nel pannolino, bruciore ad ogni minzione e culetto arrossato, infatti, aggravati dal caldo e dalla sabbia del mare, sono stati il segnale inconfondibile che qualcosa non stava andando nel verso giusto.
Avendo dovuto intensificare il trattamento con l’eosina, che è pur sempre un rimedio farmaceutico, ho pensato fosse probabilmente il caso di cominciare ad utilizzare qualcosa di più naturale.
Mi sono stati dati vari consigli. Tra questi, quello che mi è piaciuto di più è basato sull’utilizzo di una crema alla Calendula, che addolcisce e lenisce le irritazioni da pannolino come pochi altri rimedi al Mondo.
In associazione a questa pomata, inoltre, è necessario seguire le ben più note regole:

– cambiare frequentemente il pannolino;

– sostituire per qualche giorno quelli usa e getta con quelli di cotone lavabili;

– tenere il più possibile il bambino nudo (se ci si trova in estate);

– evitare le salviettine umidificate (in questi casi più aggressive e irritanti) e lavare frequentemente il bimbo semplicemente con acqua tiepida;

Congelazione e surgelazione: le regole da non sottovalutare

Quello che sto per presentarvi di seguito è un argomento a cui io, personalmente, tengo davvero molto.
Non tutti purtroppo ne sono infatti al corrente, ma le operazioni di surgelazione e congelamento dei cibi che abitualmente riponiamo nel nostro freezer passano per regole ben precise che non dobbiamo assolutamente sottovalutare.

Surgelamento o congelamento?

Indispensabile premessa da fare, per cominciare, è sicuramente quella relativa alla differenza che esiste tra il surgelamento e il congelamento.
Il surgelamento, infatti, è quel processo che avviene a livello industriale e che comporta il raggiungimento di una temperatura pari a -18°.
La congelazione, invece, è quell’operazione che effettuiamo anche noi a livello domestico e che è caratterizzata dalle regole a cui mi rivolgevo poc’anzi.

Congelare gli alimenti freschi e preservare al meglio quelli già surgelati

Nel momento in cui acquistiamo un prodotto surgelato al supermercato, dobbiamo stare ben attenti a non spezzare la cosiddetta “catena del freddo”, che vuole che un alimento resti tutto il tempo alla temperatura di -18°. Ciò significa che non solo dobbiamo correre rapidamente a casa dopo aver acquistato il prodotto, ma che è bene anche trasportarlo in apposite buste o borse termiche.
State attenti anche a badare ad alcune caratteristiche del surgelato, prima dell’acquisto. Il freezer del supermercato deve trovarsi obbligatoriamente alla temperatura di -18° e i cibi devono essere posizionati al di sotto di una linea rossa, che indica il livello di massimo carico del congelatore. Sopra questa linea il prodotto non è più alla temperatura ideale.
La busta, infine, deve essere integra, col prodotto all’interno compatto e ammassato. Al di fuori non deve esserci invece brina, simbolo di un avvenuto scongelamento.
Una volta giunti a casa, poi, dobbiamo essere rapidi a inserire tutto in freezer (la stessa regola vale per i prodotti freschi): aprire e chiudere frequentemente il frigo, o lasciarlo per qualche minuto aperto, può infatti interrompere la catena del freddo. Tenete poi gli alimenti il più vicino possibile, ognuno nella sua busta: se create un blocco, la temperatura faticherà di meno a restare costante. Lo stesso discorso non vale però per quanto riguarda l’immissione dei prodotti freschi, che non dovrebbero entrare a contatto con quelli già surgelati.
Infine, una volta tirato fuori un prodotto e avviato lo scongelamento esso va cotto entro una quindicina di ore al massimo o, se non prevede cottura, consumato entro 24 ore: la carica batterica che era stata bloccata dalle basse temperature, infatti, riprende più velocemente di prima.
Non congelate, infine, i prodotti contenenti componenti acide con carta stagnola e quelli grassi con pellicola trasparente: l’alimento potrebbe essere contaminato dal materiale.

Il frigo: come refrigerare gli alimenti

Per quanto riguarda il frigo, in conclusione, gli alimenti devono essere consumati nel giro di qualche giorno, perché le temperature sono più basse. Al ripiano superiore, dove la temperatura è più alta, mettete uova, yogurt e panna fresca. Al centro, disponete affettati e formaggi. Nei cassetti, frutta e verdura e, al ripiano inferiore carne e pesci crudi. Di lato, infine, bottiglie e lattine, che necessitano di minor refrigerazione.