Archive for ottobre 2011

Irritazione da pannolino: quelle cose di poco conto ma che fanno preoccupare

Per la prima volta in oltre 7 mesi, qualche settimana fa alla mia bambina è venuta un’orribile irritazione da pannolino. E le è venuta nell’unico week-end in cui l’ho lasciata a dormire con la nonna (non poter vedere coi miei occhi il suo sederino arrossato e seguirne le evoluzioni pannolino dopo pannolino è stato davvero spiacevole).

Tutto è cominciato con un po’ di rossore. Mia suocera mi ha detto di aver cercato di porre i primi rimedi lavandola frequentemente e intensificando le passate di pasta di zinco. Ho provato a fare così anch’io anche durante il secondo giorno di irritazione, quando l’ho riportata a casa con me e il suo papà.

Da qualche lettura fatta precedentemente, ho capito subito però che la sola pasta protettiva bianca che usavo per il cambietto non avrebbe risolto il problema. Inoltre, sotto il rossore stava comparendo una piccola piaghetta. Ho ricordato allora che la figlia di una mia amica aveva avuto da poco lo stesso problema e, essendo anche lei in cura dal pediatra di mia figlia, ho chiesto consiglio.

Secondo lei, avrei dovuto applicare un prodotto specifico davvero molto buono che aveva risolto a lei in precedenza tanti altri problemi tipici del cambio del pannolino: Eptyl Spray (9 euro, in farmacia). Glielo aveva prescritto il nostro pediatra. L’ho subito chiamato e, avuta la conferma anche da lui, l’ho acquistato.

Di per sé, l’irritazione da pannolino non è nulla di preoccupante ma può, talvolta, presentarsi in maniera talmente aggressiva, con forte rossore, bolle, piaghette, desquamazione, che le mamme vanno letteralmente in tilt. Sono tanti i nomi di farmaci e i rimedi che si tramandano di generazione in generazione.

Io vi consiglio le tinture rosse (sembrano tinture iodate ma non lo sono). Si tratta in realtà di prodotti a base di eosina, ottimi coadiuvanti nei trattamenti di micosi, ulcere, psoriasi, pruriti e dermatiti da pannolino. Sporcano un po’ (tanto), ma tempo qualche giorno e il problema è totalmente risolto!

Parola di Papera e Mamma-Papera 😉

Svezzamento: Capitolo numero 2!

La mia Papera si sta trasformando da nana in gigantessa. Me ne rendo conto dalle cose che prima non riusciva a fare e che ora invece, con costanza e pazienza, è in grado anche di portare a termine. Adesso si stende per arrivare al suo giocattolo preferito, batte le manine, saluta con la mano, accarezza e bacia le persone a cui vuole bene, chiama tutti i componenti della famiglia, si mette a sedere composta, ha consapevolezza dei gesti che compie e di ciò che desidera trasmettere e… mangia la pastina! Già, la mia Papera procede come un treno, tappa dopo tappa, in tutte le fasi dello svezzamento. Circa 15 giorni fa avevo cominciato a introdurre il glutine tramite la pappa al Semolino e ho ritenuto dunque opportuno farle provare alimenti più solidi (del resto, ha sette mesi e mezzo!). I primi tentativi sono stati catastrofici. Dovete sapere, infatti, che Amaranta è molto suscettibile e, allo stesso modo dei genitori, troppo legata alla consistenza dei cibi. Sentendo tra la lingua e il palato qualcosa di insolubile, si è fatta subito prendere dalle crisi, con conati di vomito e in alcuni casi il vomito stesso. Sono passata ad un formato ancora “più minuscolo” (passatemi l’espressione): la sabbiolina, che dovrebbe in effetti essere il primo tipo di pastina da somministrare al bebè. Nulla da fare. Ormai la bimba aveva memorizzato la sensazione di avere in bocca qualcosa di diverso dalle pappette in polvere e ha ricominciato con i conati. Ho dovuto organizzarmi.

Per prima cosa, ho abbandonato all’istante l’indicazione (giusta, per carità) fornitami dal pediatra, di mettere nel brodo 1-2 cucchiai grandi di pastina. Il composto che ne risultava era troppo denso.
I bambini, come avrete capito fin dall’inizio, vanno iniziati a svezzare gradualmente, e la stessa cosa deve essere anche per gli alimenti solidi. Ho messo allora nei consueti 200 gr di brodo un solo cucchiaino da tea di sabbiolina e l’ho fatta cuocere 2 minuti (come indicato sulla confezione). Sono stata molto fiscale e attenta al tempo di cottura. Far cuocere di più la pastina avrebbe potuto farla ricrescere, e addio speranze che Amaranta la mangiasse. Una volta cotta, allora, ho versato il tutto in una ciotola, ho aggiunto come ogni giorno le verdurine lesse passate, l’omogeneizzato di turno (meglio usare il preferito del vostro bimbo durante il primo esperimento di pastina), due cucchiaini d’olio e una spolverata di parmigiano. Importantissimo: ho aggiunto ancora un pochino di pappa in polvere (crema di riso, semolino, mais tapioca o multicereali, è indifferente) di modo che il passaggio non fosse troppo brusco. Ho cercato infatti una consistenza a metà tra una pappa e una minestrina. E l’ho imbrogliata!

Il primo assaggio è andato molto meglio che nei giorni addietro. La Papera ha inizialmente stretto un po’ il musino in una smorfia contrariata, ma poi ha continuato a mangiare fino a divorare letteralmente anche il fondo del piatto.

Il giorno dopo ho continuato mettendo nella pappa due cucchiaini di pastina (e ancor meno multicereale). Il giorno dopo ancora sono passata a quasi tre cucchiaini. Conto, per la fine del prossimo mese, di arrivare alla quantità stabilita dal pediatra 🙂

Le verdure: fanno bene, ma a volte può essere difficile digerirle

Delle verdure abbiamo sempre parlato benissimo. E a buona ragione. Fanno bene alla salute, combattono i radicali liberi e proteggono da svariate tipologie di malattie, dall’ Alzheimer al cancro.

Nonostante ciò, però, per molti, mangiarle è tutt’altro che un piacere. Non mi riferisco, ovviamente al semplice gradimento o apprezzamento del sapore, quanto più alle forti difficoltà che non poche persone provano nel digerirle.

A causa della presenza di cellulosa ed emicellulosa, le parti più fibrose dell’alimento, infatti, il nostro apparato digerente fatica a trasformare il cibo in chimo e, successivamente in chilo. A differenza degli erbivori, noi umani non possediamo quegli speciali succhi gastrici responsabili di un’adeguato processo di assorbimento dei vegetali. Eppure, anche cellulosa ed emicellulosa fanno bene all’equilibrio del nostro organismo: contrastano la stipsi e accelerano l’organismo.

Come fare allora per non sentirci costretti a rinunciare a questi meravigliosi prodotti dell’orto senza dover combattere con meteorismo e dolori di pancia?

Semplice: cercando in farmacia quei prodotti che contengono i fermenti cui abbiamo accennato prima e di cui è ora di fare il nome: cellulasi, emicellulasi e fitasi. Vi rassicuro sul fatto che si tratta di fermenti di natura assolutamente vegetale, semplici da assumere (trattandosi generalmente di capsule) e senza dubbio molto efficaci.

Informatevi con il vostro farmacista di fiducia! 😉

 

 

 

Minidress: anche d’autunno

Personalmente d’estate non li indosso (colpa di qualche cicatrice di troppo sulle gambe procuratami nelle gare sportive giovanili), ma d’inverno, complici la calza pesante e il maxi cardigan, posso sfiziarmi come meglio credo. Ho pubblicato allora, su Cervelliamo.blogspot, un post dedicato ad abitini al ginocchio e minidress. Leggetelo, se vi va, e ricordate: chi l’ha detto che gli indumenti più sexy si indossano solo d’estate? 😉

Eliminare le tossine in poche semplici mosse!

Stress, fretta, cattive abitudini e un po’ di trascurataggine hanno spesso un’unica, fastidiosissima conseguenza:  opprimere il nostro organismo con cellule morte e tossine. La pelle, che appare improvvisamente stanca, stressata e spenta è il primo segnale rivelatore della necessità che il corpo ha di disintossicarsi prima che compaiano acne, pruriti, eczemi ed eritemi. Se nella teoria, però, immaginare di poter avere addosso anche mezzo chilo di tossine al mese può apparire un concetto difficile, nella pratica rigenerarsi è assolutamente un gioco da ragazzi alle prime armi. Come fare? Mettete in pratica questi semplici, pratici consigli.

1) adottate per almeno tre giorni al mese uno stile alimentare completamente vegetariano. Consumate esclusivamente frutta, verdure e carboidrati integrali. In men che non si dica, vi sbarazzerete dei liquidi in eccesso, perderete peso, vi disintossicherete e, grazie al potere antiossidante di questi alimenti, manterrete giovani i tessuti della vostra pelle. Bevete almeno un litro e mezzo di acqua al giorno e integrate il menù con tisane e infusi drenanti. Bardana, tarassaco e gambo d’ananas, tra tutti, depurano il fegato e puliscono a fondo l’organismo.

2) concedetevi, alla sera, un bagno rilassante. E tenete bene ad occhio la temperatura dell’acqua. Immergetevi per dieci minuti a 36° e indugiate ancora un altro quarto d’ora alzando leggermente la temperatura. Aumentando l’intensità della circolazione linfatica, infatti, favorirete l’eliminazione delle tossine. Aggiungete anche qualche manciata di sali del mar Morto. Questi, contenendo una percentuale di sale molto più elevata del normale, addizionata a minerali e ad alghe termo-minerali, favoriscono a contatto con la pelle il la cosiddetta “osmosi inversa”, il processo in cui si facilita il passaggio delle molecole (le tossine) dalla soluzione più concentrata a quella meno concentrata.

3) non dimenticate lo scrub: eliminerete le cellule morte, facendo respirare la pelle e predisponendola all’assorbimento completo dei trattamenti che andrete poi ad effettuare su di essa. Per il viso, comprate una mousse specifica, che non sia troppo aggressiva; per il corpo aiutatevi con un guanto di crine mentre per la zona seno e inguine procuratevi il loofa.

4) concludete, infine, con un bel massaggio: riattiverete facilmente la circolazione, stiracchiando, tramite serie da dieci, gli occhi, la bocca, gli zigomi, la fronte e il collo. Non dimenticate neanche il cuoio capelluto. Massaggiate con un goccio di olio d’oliva, nutritivo ed energizzante, prima dello shampoo. I risultati saranno subito evidenti!

(fonti: Natural Style, numero di Ottobre 2011)